Itariajin

Oggi finalmente ho ripreso a studiare la lingua, che ora è necessario svelare: il giapponese. Era circa un mese o più che non mi mettevo sotto a studiare e in un certo senso ne sentivo la mancanza.

Come forse avrete capito, odio profondamente stare con le mani in mano e odio guardare la tv, a meno che non ci sia qualche film o anime decente (cosa che capita raramente devo dire e infatti al di là di Rai4, la Svizzera e Cielo quando sono da A., per me la tv potrebbe anche implodere che non ne sentirei la mancanza soprattutto dopo che i miei si sono comprati un Philips da 800000 pollici dolby surround orribile e in omaggio hanno dato loro anche un televisore United che giace impolverato in cantina perchè non abbiamo un altro attacco), per cui oggi, dopo la mia sana dose di cartoni anni ’80 (l’Ape Maia e Hello Spank, degenerata in una serie di anime su Rai4 che mi hanno avovlto nel dolce vortice della mia adolescenza), all’alba delle 17.30 ho deciso di aprire il famigerato raccoglitore di giapponese e vedere quello che mi ricordavo.

Sorprendentemente non ho fatto così schifo. Mi ricordavo il 90% delle cose fatte e, rinfrancata da questa scoperta, ho deciso di andare avanti e imparare qualcosa di nuovo. Giammai. Mi sono impelagata in un pantano di argomento chiamato: aggettivi dimostrativi. Subdoli come pochi, nascondono dietro di loro una selva di casi e lessico specifici da fare accapponare la pelle, ma sono convinta di essere ancora alla sola punta dell’iceberg e che tra non molto inizierò a sprofondare nell’ abisso dei tempi verbali e verrò trascinata alla deriva dalle correnti malvage dei Kanji…

E’ inutile che vi sto a spiegare le basi della lingua giapponese, perchè ci sono circa 6954067503 blog e altrettanti canali Youtube che vi permettono di imparare la lingua meglio degli autoctoni, e soprattutto non ho la minima voglia di farmi figa sparando frasi a cazzo tipo: watashiwa bakka desu, kodomo no omocha, dragon ball z, suki da yo bukkake.

Per fortuna ho una buona base per imparare la lingua: il Genki, un manuale in inglese molto completo e lineare che non si perde in fronzoli e un corso acquistato su internet a una cifra modestissima che potete trovare qui. L’inizio è stato traumatico, perchè l’approccio a una lingua completamente agli antipodi rispetto all’italiano, senza nemmeno un appiglio o un’assonanza fonetica, vi assicuro che è come un frontale con un camion. E’ tutta memoria visiva, perchè non ci sono lettere ma simboli, ed è come tornare alle elementari: per te che non sai leggere, vedi l’alfabeto come un cumulo di simboli strani, poi mano mano inizi a riconoscerli, li assorbi e li introietti e non ci pensi più nemmeno. Alla fine sarà così anche per il giapponese, solo che imparare una lingua da adulti è complesso e stancante, considerando che ci sono mille altre cose da fare, invece quando hai 5 anni c’è solo quello. Punto.

Ma non mi scoraggio. Mi sono data tempo un anno: da aprile 2011 ad aprile 2012.

Vediamo che combino.

Sayonara.

2 pensieri su “Itariajin

  1. Io da giapponese ho studiato italiano, ma non ho trovato tanta difficoltà di pronuncia come dici tu… certo il mio amico Aldo è stato Arudo per anni (lo è ancora per ridere) e ancora adesso mi scappano parole un po’ strane a volte, ma niente di difficile come la pronuncia inglese (che ovviamente parlo da tipica giapponese -.-) o, peggio del gaelico che mi ero messa in testa di studiare una volta… l’italiano, in confronto alle fricative irlandesi, è una passeggiata. Diverso il discorso della grammatica e ancora adesso quando mi dicono “non ne vuoi più?” resto due minuti buoni imbambolata a pensare se devo dire “sì” perché in effetti non ne voglio più o “no”… un delirio… ^_^
    Invece immagino che anche per te non sarà facile la nostra grammatica, mettiamo le parole in ordine molto diverso… ma vedrai che imparerai bene!
    Ganbatte ne!!!

    • In realtà non ho difficoltà di pronuncia, semmai ho difficoltà a tenere a mente tutte le cose che sto imparando, perchè ogni cosa da sola è semplice, ma messe tutte insieme non sono molto facili e io sono solo agli inizi e senza un insegnante, sto facendo tutto da sola passo passo. Se ti consola, molti italiani (come penso tu sappia) parlano malissimo l’inglese, in stile “maccheronico”! (“de chet is on de teibol”), però è anche vero che sentire parlare un giapponese in inglese con “sankyu”, “harowiin”, “mineraruwotaa” è molto curioso! Anche io avevo intenzione di imparare il gaelico, ma è peggio dell’aramaico, poi il giapponese ha preso il sopravvento! Per quanto riguarda l’ordine delle parole fino ad ora non ho trovato grandi ostacoli (sia perchè fino ad ora ho affrontato frasi abbastanza semplici, sia perchè la struttura è simile a quella turca), vedremo quando arriverò a periodi più complessi!
      Crepi! (non so come si dice in giapponese nè come si risponde 😀 )

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