Giusto per dare una base razionale al mio delirio di onnipotenza, vi riporto questo brevissimo episodio.
E’ da un bel po’ di tempo che aspetto un pacco che mi sono autoinviata dal Giappone prima di partire, pieno di vestiti pesanti e varie amenità utili alla mia sopravvivenza in questo autunno piovoso e già freddino. Non ho una giacca che sia una, no sneakers e babbamente mi sono anche spedita il caricatore del pc, così una volta in Italia ho dovuto comprarne uno su Amazon e ora mi ritrovo con due caricatori. Anyway, il tempo passa e non arriva una ciosba, io sono sempre più infreddolita e inizio a recuperare ricevute varie a tracciare il pacco e ad accendere ceri in chiesa, fino a questo momento di profonda disperazione e rabbia. La minaccia come potete vedere è chiara e lapalissiana, ma non tengo conto dei miei super poteri e non curante lancio la mia maledizione.
E così, nell’ordine e tutto ovviamente prima del mio compleanno, succede questo e questo. Salvatemi da me stessa, vi prego. Anzi, salvatevi, voi che potete. (Poi vabbè qualcuno mi deve spiegare perchè il mio pacco puzzava tremendamente di naftalina, ma questa è un’altra storia).
Se non altro ora posso riappropriarmi delle mie scarpe da corsa e smettere di fare cyclette a piedi nudi, che non è molto comodo e mi rende poco fica. Non sto perdendo un grammo che sia uno, ma se non altro sudo come un cavallo al Palo di Siena e sono costretta a farmi la doccia. Penso che per un buon 95% della gente il momento del bagno rappresenti una situazione con una canzone di sottofondo simile, relax, pace, sole, cuore, amore. Per me rappresenta un momento di angoscia, una battagli psicologica che ogni volta devo combattere col mio cervello. Perchè dovete sapere che io odio lavarmi, per me c’è solo acqua bagnata, umido, freddo, perdita di tempo e l’inevitabile e mesto raffronto con lo Specchio che mi comunica con gelida oggettività: “SEI UNA MERDA. Hai la pancia bucherellata (il dark side di avere una pompa insulinica, nda), hai un Wally che sembra un terzo capezzolo, non ti depili da sei anni e puzzi. E non guardare la Lavatrice. Anche lei la pensa così.” Mi giro verso la Lavatrice, che ovviamente in quel momento è muta:”Brutta stronza, tutte le volte che ti parlo, mica me le dici ste cose!”. Non contento, continua:”Quando hai intenzione di levarti la pelliccia, spalmarti un po’ di crema idratante, cazzuolarti di trucco la faccia, uscire e trombarti qualcuno?” Ma io seguo il dogma di Adam Levine, doin’ dirt per cui lo ignoro, mentre tento di trovare la giusta combinazione di acqua fredda e calda che mi consenta di ridurre al minimo il fastidio della doccia. La cosa che più odio infatti è la sensazione di bagnato sulla pelle, i capelli umidi, l’acqua negli occhi, la schiuma dello shampoo, dover aspettare che il balsamo faccia effetto e poi asciugarsi i capelli. Che tanto poi al massimo dopo 3 giorni sono di nuovo punto e a capo. Altro bagno, altra scocciatura. A che pro? Non è meglio rimanere zozzi per un po’ e lavarsi solo quando è strettamente necessario? Anche le bollette ringrazierebbero.
Che poi tra l’altro l’architettura del bagno di casa mia non è che aiuti a rendere questa esperienza più piacevole. Lo spazio è minuscolo, c’è una vasca con un gradino che non ti permette di stenderti; l’attacco del braccio della doccia mi arriva al petto, indi con una mano devo reggere il braccio e con l’altra lavarmi; all’altezza della testa c’è una finestra, ma si apre verso l’interno e ruba un sacco di spazio, per non parlare delle capocciate che mi prendo tutte le volte. L’unico aspetto positivo della suddetta finestra è che mi lascia fare la doccia spiando i vicini senza che mi vedano biotta e la sera mi vedo la luna.
Il momento dello scrub segna l’inizio della fine, la luce in fondo al tunnel. Fosse per me non lo farei, ma io so che nel momento in cui metto piede fuori dal bagno l’Occhio di Sauron lancerà il suo sguardo penetrante e con un sibilo assordante che farebbe impallidire un Dissennatore mi direbbe:”Perchè non ti sei tolta la pelle mortaaaahh…quando eri piccola te lo facevo sempre e se ora hai la pelle elastica e soda è solo grazie a meehh…” come se riuscisse a individuare e conteggiare il numero di cellule morte sul mio corpo. (Stupido retaggio infantile: me lo ricordo bene quando mi faceva il bagnetto con l’acqua a 80° e mi raspava via schiena-collo-braccia-gambe finchè non uscivo fuori dello stesso colore e consistenza di una prugna secca, ho ancora il trauma).
Per cui potete immaginare la mia sofferenza ora che mi faccio un’ora di cyclette al giorno, quindi una doccia al giorno. Mi infliggo questo martirio perchè ormai non vivo più della rendita giapponese (bei tempi quando mangiavo il doppio e bruciavo il triplo…la combo estate torrida-bicicletta come unico mezzo di locomozione-gestione autonoma di casa e vita fu una manna) e ogni grammo di CHO che ingerisco si tramuta magicamente in un kg di ciccia e anche perchè spero che in un giorno non troppo lontano potrò camminare senza che le mie cosce funzionino come pietre focaie e appicchino casuali incendi ogni qualvolta le metto in moto e soprattutto, nel momento in cui mi ritroverò di nuovo un uomo tra le gambe, si renderà conto di non avere a che fare con due scialbe e flaccide cosce, ma con due colonne di Traiano che farebbero invidia anche a Xena, pronte ad avvilupparlo nella loro letale morsa amorosa.
ps: ho deciso di iniziare una nuova cazzutissima rubrica che metterò in fondo ai post, quando mi pare. Enjoy.
DailyDaddy: quella volta che mio padre invece di leggere “posta aerea” lesse “Birmania” e mi chiese:”Ma questo pacco arriva dalla Birmania???”. E’ ancora un mistero quale connessione cerebrale ha smesso di funzionare in quel momento e ha trasformato le parole p-o-s-t-a-a-e-r-e-a in B-i-r-m-a-n-i-a.
Ad maiora.